Orientati all’agricoltura specialistica e concepiti quali interfacce macchina-terreno alternative ai pneumatici tradizionali e ai cingoli, i “PneuTrac” di Trelleborg si propongono quale soluzione ibrida in grado di abbinare performance di trattività superiori con minimi compattamenti dei terreni.
Quando oggi si parla di tecnologie ibride la mente corre subito ai sistemi di propulsione elettrificati, powertrain che grazie alle loro doti di efficienza si stanno sempre più imponendo nell’automotive, andando a equipaggiare anche veicoli i cui profili di missione poco possono giovarsi del contributo fornito alla propulsione dalla parte elettrica. L’efficienza di un motore ibrido è in effetti fortemente legata all’uso che si fa di una macchina tant’è vero che gli stessi costruttori adottano strategie di ibridazione diverse a seconda del tipo di utilizzo cui sono destinati i vari modelli. Volendo sintetizzare il discorso si può affermare che ogni auto ha l’ibrido che meglio le si addice, esattamente come accade in campo agricolo per i trattori e le attrezzature, mezzi di lavoro strutturati in termine di performance, masse e dimensioni in base alle attività cui devono far fronte, le stesse che fino a ieri determinavano anche la scelta delle gomme piuttosto che il ricorso a sistemi di cingolatura tradizionali o su gomma.
L’espressione “fino a ieri” è però d’obbligo in quanto anche nel settore della meccanizzazione agricola si è ora affacciato un sistema ibrido sicuramente destinato a rivoluzionare il settore e ad aprire le porte a nuove soluzioni di interfaccia fra macchina e terreno. Si sta parlando dei pneumatici “PneuTrac” messi a punto da Trelleborg quale punto di incontro fra i pneumatici tradizionali e i cingoli, sistemi di propulsione che non vogliono sostituirsi tout court alle soluzioni consolidate ma, semmai, affiancarsi ad esse per supportare esigenze agricole specifiche e finalizzate.
In primis quelle legate alla necessità di tutelare al massimo i terreni destinati alle produzioni di alta qualità, superfici sulle quali macchine e attrezzature dovrebbero lavorare senza lasciare la sia pur minima traccia. Niente utilizzi generalizzati dunque ma, al contrario, la massima specializzazione per degli ibridi progettati guardando in maniera diretta alle attività da svolgere in vigneto e in frutteto superando gli inevitabili “danni collaterali” che si innescano sul terreno lavorando con cingoli e pneumatici tradizionali.
I primi negli ambiti specialistici trovano applicazione per due motivi intrinsechi, grande capacità di trazione e ottimo galleggiamento, e un ritorno importante in termini di sicurezza indotto dalla maggior stabilità laterale del cantiere di lavoro. Per quanto riguarda i pneumatici invece accade che i principali plus si leghino alla versatilità di utilizzo e all’economicità d’uso in termini di consumi oltre che, per le gomme certificate “Vf” e quindi utilizzabili a bassa pressione, a una bassa compattazione del terreno indotta dalla più ampia superficie di appoggio del battistrada.
Proprio quest’ultimo aspetto ha rappresentato l’idea di fondo nella progettazione di “PneuTrac”, nel senso che non potendo “spanciare” lateralmente più di tanto un pneumatico si è cercato di allungarne il più possibile l’impronta in senso longitudinale così da avvicinare le prestazioni di un cingolo in termini di trazione e galleggiamento incidendo positivamente anche sulla stabilità della macchina causa l’abbassamento del suo baricentro. Tutto ciò senza però perdere le caratteristiche funzionali del pneumatico tradizionale in termini di polivalenza e minori consumi.
Per cogliere tali obiettivi “PneuTrac”si presenta con una importante componente strutturale nel fianco e a ridosso del battistrada proponendo il fianco stesso conformato a “omega” per permettere un’ampia ma calcolata deformazione tesa ad ampliare l’area di appoggio senza compromettere la capacità di carico e la motricità. Proprio i fianchi a omega permettono al pneumatico di proporsi quale ibrido alternativo ai cingoli e ai pneumatici tradizionali in quanto i carichi trasversali vengono contrastati dalla struttura, come nei cingoli, mentre i carichi verticali sono contrastati dalla pressione interna, come accade nei pneumatici tradizionali, che può essere minimizzata senza che ciò possa dar luogo a stallonamenti.
Da qui la possibilità di usare i pneumatici “PneuTrac” per sostituire i cingoli in tutte le applicazioni dove questi ultimi si renderebbero necessari godendo delle medesime capacità di trazione con una versatilità di utilizzo tipica della gomma, in particolare a livello di comfort e possibilità velocistiche su strada, e, in certe situazioni, anche di una minor compattazione. Va infatti precisato che l’ottimo galleggiamento di un cingolo non è sempre sinonimo di bassa compattazione del terreno in quanto quest’ultima non dipende solo dal carico per unità di superficie ma anche dai lassi di tempo con cui tali carichi vengono esercitati. Vero quindi che i cingoli offrono una maggiore impronta al suolo e quindi una pressione inferiore, ma vero anche che il loro sviluppo longitudinale definisce tempi di compressione superiori rispetto a quelli di un pneumatico.
Per banalizzare il discorso si può affermare che il cingolo schiaccia poco il terreno, ma lo schiaccia per più tempo. Tale compressione, legata anche alla struttura del cingolo, vede inoltre lo svilupparsi di picchi di carico in prossimità dei rulli e delle ruote che ovviamente danno luogo ad altrettanti picchi di carico locali sul terreno atti a chiudere le porosità (pagina a fianco in basso). La struttura di “PneuTrac” supera tutti tali problemi permettendo anche di eliminare l’effetto “buckling” che caratterizza i pneumatici tradizionali operanti a bassa pressione, quel fenomeno per cui la parte centrale del pneumatico viene spesso caricata meno rispetto alle aree laterali. Ne deriva una maggior uniformità dei carichi al suolo in quanto vanno a distribuirsi in maniera omogenea ed equilibrata sull’intera area di appoggio al suolo. Tali caratteristiche permettono poi alla gomma di eccellere anche per quanto riguarda la capacità di trazione, del 12 per cento circa più elevata rispetto a un pneumatico tradizionale, offrendosi quindi come soluzione ottimale per tutte le operazioni “high torque”, ovvero dove è richiesta elevata coppia motrice.
Investimento sostenibile
Tralasciando i benefici indotti dalla minore compattazione sulla quantità e sulla qualità delle colture, accade che i pneumatici Trelleborg “PneuTrac” permettano di monetizzare in tempi brevi i propri costi di acquisto in termini di risparmio di carburante. La loro maggiore capacità di trazione permette infatti sia di ridurre i tempi di lavoro sia gli slittamenti dando luogo a consumi inferiori anche del 15 per cento a quelli proposti da una gomma tradizionale a parità di utilizzo e consumi ancora inferiori rispetto ai cingoli. Minore fino al venti per cento circa anche l’usura rispetto a soluzioni tradizionali, dato emerso a seguito di test in campo effettuati da Trelleborg in Francia e in Italia durante i quali le gomme hanno sostenuto attività di preparazione del suolo, trinciatura, diserbi e trasporto su strada lavorando a pressioni comprese fra i sei decimi di bar e un bar. Le loro performance si sono inoltre esaltate in particolare sui fondi bagnati e viscidi oltre che sui terreni in pendenza, ambiti questi ultimi in cui hanno avuto modo di evidenziare anche le loro ottime doti di stabilità.